venerdì 13 giugno 2008

La prima campagna elettorale del ventunesimo secolo

Washington D.C. – In preparazione alla campagna per le elezioni di novembre, alcuni tra i protagonisti della corsa alla Casa Bianca 2008 si sono riuniti mercoledì nella sede di Google a Washington per discutere dell’impatto delle nuove tecnologie sul questo ciclo elettorale. “Le campagne elettorali non sono tutte uguali. Ogni tanto ne passa una che porta cambiamenti sociali monumentali”, ha sottolineato in apertura James Barnes, corrispondente politico del National Journal, una tra le più importanti riviste di politica americana. Paragonando il 2008 con il 1960, Barnes ha ricordato al pubblico il primo dibattito presidenziale trasmesso in televisione, quello tra Richard Nixon e John Kennedy. Così come il piccolo schermo rivoluzionò allora il modo di fare politica, Internet sta provocando oggi un altro cambiamento epocale.“La cosa fondamentale successa quest’anno”, ha spiegato Mindy Finn, direttrice della strategia Internet per Mitt Romney ‘08, “è che i nuovi media non sono più nuovi, ma sono diventati mainstream”. Utilizzato per la prima volta come strumento di mobilitazione politica nella campagna per la nomination democratica del 2004 di Howard Dean, Internet è diventato oggi il punto forte della strategia di tutti i candidati. Da mezzo alternativo ed elitario, la rete si è inoltre trasformata nel palcoscenico preferito per il dibattito pubblico a proposito delle elezioni, spesso sostituendo i mezzi tradizionali – televisione, carta stampata, radio – come fonte primaria di informazione politica. Mark Halperin, corrispondente politico di Time, ha riconosciuto che l’espansione del web “facilita la comunicazione e il dibattito tra la gente comune e permette ai cittadini di partecipare attivamente alla politica nazionale”. Il giornalismo online porta inoltre alla luce storie e notizie che in altri tempi sarebbero probabilmente state ignorate. Halperin, però, non nasconde una certa preoccupazione per l’industria della carta stampata; “le nuove forme di giornalismo web stanno risucchiando risorse economiche che in precedenza erano destinate ai media tradizionali.” E così, ad esempio, le grandi testate quotidiane sono a corto dei fondi necessari a finanziare quel giornalismo di approfondimento e d’inchiesta di cui ha bisogno una vera democrazia. Naturalmente, l’opinione dei giornalisti che devono la propria carriera proprio al successo di Internet e alla popolarità dei blog è completamente diversa. Mary Ham, responsabile dell’edizione online del quotidiano gratuito DC Examiner, e astro nascente del giornalismo di marca conservatrice, si è detta entusiasta delle potenzialità offerte da Internet e ha confessato che la sua unica preoccupazione è quella di non affogare nel infinita quantità di risorse oggi disponibili. “I nuovi media hanno rivoluzionato il modo stesso di fare campagna elettorale, non solo la copertura giornalistica delle elezioni,” ha detto Phil Singer, fino a qualche giorno fà vice-Direttore della Comunicazione per la campagna di Hillary Clinton. Grazie ad Internet, i candidati hanno uno strumento in più per far arrivare il proprio messaggio direttamente agli elettori senza dover passare per i media. Il risultato di questa ricchezza d’informazione è, come ha sottolineato l’ex-Responsabile nazionale per le Relazioni con i Media di Mitt Romney, Kevin Madden, “una certa povertà di attenzione da parte del pubblico”. Candidati, strateghi e giornalisti competono ferocemente gli uni contro gli altri per gli occhi e le orecchie dei cittadini americani.Per vincere questa lotta, i candidati alla Casa Bianca, così come i mezzi di comunicazione tradizionale, hanno dovuto ridefinire il ruolo assegnato al proprio spazio sul web. Mandy Finn ha raccontato come è cambiata la propria esperienza personale di direttrice di strategie internet dai tempi della campagna Bush/Cheney del 2004; “C’è un’enorme differenza nel modo in cui noi responsabili Internet veniamo trattati all’interno delle campagne elettorali. Non siamo più ammassati in cantina e confusi con i tecnici”. Al contrario, ogni aspetto di una campagna elettorale - la mobilitazione degli attivisti sul territorio, la raccolta fondi e i rapporti con i media – passa oggi per il sito web ufficiale del candidato, ormai il fulcro di tutte le operazioni. Joe Rospars, Direttore per i Nuovi Media per Barack Obama, ha spiegato la propria strategia, fin qui senza dubbio quella di maggior successo; “Internet per noi ha a che vedere con le relazioni interpersonali. La più grande soddisfazione è l’aver creato una comunità online di oltre un milione di utenti che hanno un account sul sito web www.barackobama.com”. Questa comunità è stata il motore dell’ascesa di Obama, grazie alla mobilitazione sul territorio e alle donazioni che ne sono seguite, e al messaggio di entusiasmo e desiderio di partecipazione che viene così lanciato al resto della nazione.Il vice-Direttore della strategia Internet per John McCain Mark Soohoo ha voluto sottolineare l’effetto di lungo periodo dell’avvento di Internet sulla scena politica americana; “Alla fine dei conti, facilitare la partecipazione dei cittadini è importante per la democrazia in generale, non solo per i nostri rispettivi candidati.” E così la pensa anche Peter Dauo, che è stato il Direttore Internet della campagna di Hillary Clinton. Dauo però offre una visione un po’ meno bipartisan; “Sicuramente si tratta di uno sviluppo positivo per la democrazia, in particolare se vince un democratico”. In conclusione, è bene ricordare che l’obbiettivo di tutti - candidati, strateghi e giornalisti - è quello di vincere la propria gara. I nuovi media sono, per l’appunto, dei mezzi di comunicazione, come la televisione, la radio e i giornali, e non offrono soluzioni magiche. È responsabilità di chi li utilizza decidere che significato attribuirvi.
Valentina Pasquali