Prima di iniziare giocare con il Risiko degli stati americani rossi e blu (repubblicani i primi, democratici i secondi) per prevedere il risultato delle prossime elezioni del 4 novembre sarebbe opportuno farsi una semplice domanda: Quanti sono i repubblicani? Quanti sono i democratici? Al contrario dei paesi europei, dove l’iscrizione alle liste elettorali è automatica, negli Stati Uniti il cittadino che vuole votare deve andare a iscriversi e gli viene chiesto di dichiararsi come elettore “democratico”, “repubblicano” o “indipendente”. Questo, ovviamente, non gli impedisce affatto di votare per chi gli pare (almeno fino a che le macchinette per il voto, spesso inaffidabili, lo consentono). I sondaggisti usano le stesse categorie e, grazie a questo, sappiamo che il bacino potenziale di elettori di Obama è quest’anno molto più largo di quello dei sostenitori di McCain: si dichiarano democratici il 41,7% degli intervistati, contro il 31,6% che si dichiarano repubblicani. Gli indipendenti sono il 26,6%. Solo due anni fa, nel maggio 2006, i due grandi partiti erano quasi in parità, benché con un leggero vantaggio per i democratici: 36,4% contro 33,6% (e un 30% di indipendenti). Questo significa che i democratici sono aumentati di cinque punti percentuali, pescando tanto nel vasto bacino di indipendenti quanto fra gli stessi repubblicani. Le dimensioni dello spostamento sono poi sottostimate a causa dell’evidente mancanza di entusiasmo fra molti elettori di Bush, che sono rassegnati a votare McCain ma non lo considerano un “vero” rappresentante del partito; al contrario, i democratici sono palesemente infiammati dal carisma di Obama e pronti ad attivarsi per sostenerlo.Tutto il chiacchericcio sulle “divisioni profonde” nel partito a causa della lunga competizione nelle primarie, e sul fatto che molti elettori di Hillary preferirebbero McCain a Obama, è durato neppure lo spazio di una settimana: sabato scorso Hillary Clinton ha lealmente riconosciuto la vittoria del giovane senatore dell’Illinois e, nel giro di 5 giorni, la grande maggioranza delle donne che la sostenevano si sono compattate dietro la candidatura di quest’ultimo. Molte altre lo faranno da qui al giorno delle votazioni, in novembre. Oggi, secondo Gallup, Obama ha gudagnato 8 punti nel consenso tra le donne e avrebbe il sostegno del 51% dell’elettorato femminile nel suo complesso (una percentuale destinata probabilmente ad aumentare nelle prossime settimane).Infine, il consenso quasi unanime degli americani oggi è che la situazione dell’economia stia peggiorando: questa è l’opinione dell’86% degli intervistati, e il 55% ritiene che la sua situazione finanziaria personale sia peggiorata negli ultimi 12 mesi, di nuovo secondo Gallup. Anche questo fattore favorisce Obama, visto che McCain ha dichiarato esplicitamente che l’economia “non è il suo forte”.Tutto può succedere, compreso un grave attentato, una guerra con l’Iran, frodi elettorali: ma per il momento accetto scommesse 3 a 1 sulla vittoria di Obama (riservate agli iscritti di questa newsletter e non superiori a 30 euro, ovviamente).
Fabrizio Tonello