venerdì 14 marzo 2008

Caso Spitzer e Accountability

(da CFP NEWS Anno 4 Numero 119 – 14 marzo 2008)

di Fabrizio Tonello

C’è qualcosa di profondamente diseducativo nel tono palesemente divertito di buona parte della stampa italiana (ma anche francese e spagnola) per il caso del governatore di New York Eliot Spitzer, che si è dimesso dopo che era stato reso pubblico un suo incontro con una prostituta d’alto bordo. Per l’ennesima volta si parla di “scandalo sessuale” quando in realtà si tratta di uno scandalo politico: il problema non è la conoscenza carnale ma il legame di fiducia con gli elettori. Certo, nella logica della politica americana è più frequente essere costretti alle dimissioni per un episodio piccante che per aver invaso un Paese straniero, ma ciò non toglie che la moralità politica, negli Stati Uniti, sia cento volte migliore di quella italiana.
Come potete vedere dal video della conferenza stampa l'etica del servizio pubblico è così forte che il semplice sospetto di aver deluso le aspettative dei cittadini è stato sufficiente per spingere Spitzer (governatore di un grande Stato a soli 49 anni, una delle stelle in ascesa del partito democratico) verso le dimissioni. "Avete mai sentito parlare della separazione tra pubblico e privato?" ironizzano i giornalisti, senza capire l’essenza della cultura politica repubblicana degli Stati Uniti: accountability. Spitzer ha sottolineato: “Nel corso della mia vita pubblica ho sempre insistito perché tutti, qualsiasi sia il potere o la responsabilità di cui godono, si assumano le responsabilità delle loro azioni. Non posso, e non voglio, comportarmi diversamente”.
Questa è l’idea che sta dietro gli scandali, le richieste di impeachment, le indagini della polizia e della magistratura. Spitzer non ha pensato per un attimo di essere immune dalle inchieste sul giro di prostituzione di Washington, né ha gridato al complotto politico della magistratura. Ancora una volta, la soluzione americana al mantenimento di uno standard di public integrity è una sola: la trasparenza. E, naturalmente, il fatto che sono i giudici ad avere l'ultima parola.
Il feroce controllo dei media sulla moralità pubblica può apparire bigotto, o ridicolo, ma se guardassimo il bicchiere mezzo pieno, invece che mezzo vuoto? La democrazia americana trae vantaggio o no dal fatto che deputati e senatori sono oggetto di indagini, intercettazioni telefoniche e perfino arresti senza che nessuno abbia alcunché da obiettare? La polizia e le procure, sottoposte a uno stretto controllo da parte della stampa, non sono riuscite a impedire mille scandali, ma certamente rafforzano la fiducia dei cittadini nel fatto che “La legge è uguale per tutti”. In democrazia, il fatto che i giornali e la classe politica siano unanimi nell'esigere le dimissioni di chi si fa cogliere con le mani nel sacco (o nelle mutandine di una donna che non è la moglie) è uno svantaggio? Il Congresso americano, dal punto di vista etico, è una fogna, ma gli anticorpi funzionano, rafforzando il senso di appartenenza dei cittadini. Noi ci divertiamo con Mastella e con le foto di Berlusconi assieme alle sue girls in Sardegna: la differenza sta tutta qui.