Washington D.C. – Minacciato dai sondaggi che lo danno in netto svantaggio nella corsa per la Casa Bianca contro Barack Obama, John McCain sta mostrando la volontà di affidarsi sempre più alle gerarchie tradizionali del partito repubblicano e a quei professionisti che hanno garantito il successo di George W. Bush, così contraddicendo l’immagine di politico ribelle e indipendente conquistata nei 26 anni al Congresso.Mercoledì McCain ha ufficializzato la promozione di Steve Schmidt, veterano della campagna per la rielezione di Bush del 2004 e collaboratore di Karl Rove, ad un ruolo centrale nell’organizzazione delle operazioni elettorali del Senatore dell’Arizona. Si tratta solo dell’ultima tra una serie di decisioni simili prese di recente dalla squadra di McCain. Ad esempio, Nicolle Wallace, che fu la responsabile per la comunicazione di Bush nel 2004, è stata assunta da McCain come consulente, così come Greg Jenkins, che lavora alla Casa Bianca nell’organizazzione di eventi, è stato chiamato a prendere parte alla campagna di McCain la settimana scorsa.Anche dal punto di vista del finanziamento della campagna elettorale, opposto ad un avversario che ha mostrato grande facilità nella raccolta di fondi, John McCain sta riorganizzando la propria strategia in favore di un coordinamento più stretto con i vertici di partito e con le molte organizzazioni conservatrici che solitamente si battono al fianco dei candidati del partito dell’elefante. Il Republican National Committee ha annunciato la creazione di un comitato interno incaricato di gestire l’erogazione di fondi per la produzione e distribuzione di pubblicità televisive in sostegno di McCain. Contemporaneamente la National Rifle Association (NRA), la potente lobby delle armi da fuoco, ha reso pubblica la decisione di destinare buona parte dei 40 milioni di dollari di budget per le proprie pubbliche relazioni ad una campagna pubblicitaria nazionale che attacchi Barack Obama per le sue posizioni sul diritto dei cittadini americani di detenere armi da fuoco. Sono, questi, sviluppi molto recenti. Infatti, in un articolo del New York Times del 21 giugno, Michael Luo sottolineava che fino ad allora pochissimi gruppi indipendenti si erano mossi in sostegno alla candidatura di McCain.John McCain intanto sta ricalibrando il proprio messaggio politico per renderlo più digeribile all’establishment repubblicano. Parlando all’industria petrolifera riunita a Houston il 18 giugno, il Senatore dell’Arizona ha ritrattato una posizione a lungo difesa e si è dichiarato d’accordo con l’abolizione del divieto federale sulla costruzione di nuovi pozzi di petrolio lungo le coste statunitensi. Negli ultimi mesi McCain ha anche rivisto le proprie proposte fiscali. Da fiero oppositore dei tagli alle tasse approvati durante l’Amministrazione Bush, McCain ne è diventato sostenitore convinto, e, secondo alcune analisi, il programma fiscale del Senatore dell’Arizona è addirittura più radicale di quello di Bush. Anche in tema d’immigrazione, su cui il Senatore era sempre apparso moderato, McCain sta facendo marcia indietro ed è oggi difensore dell’idea di un muro di frontiera tra il Texas e il Messico. Nel frattempo, McCain ha irrigidito la propria opinione sull’aborto e ha criticato severamente la decisione della Corte Suprema di estendere il diritto alla difesa ai prigionieri stranieri detenuti a Guantanamo. Rimane da vedere quanto di questo spostamento a destra sia legato a strategie elettorali e dunque potrà venire ritrattato da McCain nel caso vincesse le elezioni di novembre, e quanto invece queste siano revisioni sostanziali delle posizioni politiche del Senatore dell’Arizona. In questo caso, le paure di molti democratici che McCain si trasformerà semplicemente in un secondo Bush, come scherzano i blog politici liberal che lo chiamano John McBush, potrebbero realizzarsi. Al contempo, è vero che alcune politiche di McCain sono comunque più moderate di quelle dell’Amministrazione attuale, in particolare in termini di ambiente, immigrazione e riforma del sistema di finanziamento pubblico delle campagne elettorali. L’ex Deputato repubblicano Mickey Edwards, oggi professore a Princeton University e critico feroce di George Bush e della politica intrapresa dai neo-con americani, mi ha detto in un’intervista qualche settimana fa’; “Voglio sperare che il vero John McCain sia quello che partecipò alle primarie repubblicane nel 2000, quello che critica Bush sulla politica estera e l’ambiente. Purtroppo di tanto in tanto sembra preoccuparsi troppo dell’estrema destra e dice cose che mi danno fastidio, cose che direbbe solo Bush.” Intanto, segno che la destra americana si sta ricompattando, anche il presentatore radiofonico Rush Limbaugh, famoso per le posizioni di destra estrema e per gli attacchi a John McCain lanciati durante le primarie, ha dichiarato in una lunga intervista concessa al New York Times Magazine che, per quanto non sia il candidato ideale, sosterrà McCain contro i democratici. “È come il football,” ha detto Limbaugh. “Se la tua squadra perde la semifinale, in finale fai il tifo per chi odi di meno. Ecco quello è John McCain.”
Valentina Pasquali