mercoledì 30 luglio 2008
martedì 29 luglio 2008
Due potenziali vicepresidenti
Due potenziali vice di Obama. Chuck Hagel, senatore repubblicano del Nebraska. E Jack Reed, senatore democratico del Rhode Island.
domenica 27 luglio 2008
giovedì 24 luglio 2008
"Perchè sono repubblicano"
Un giovanissimo supporter di McCain ha registrato questo video per spiegare perchè ha scelto di essere repubblicano.
mercoledì 23 luglio 2008
La love-story tra Obama e i media americani
Un divertente video realizzato dalla campagna di McCain che prende in giro la "luna di miele" tra Barack Obama e alcuni media americani.
martedì 22 luglio 2008
Pompate, pompate, pompate!
Un video di McCain sul prezzo della benzina e la necessità di trivellare le coste americane per ottenere più petrolio "nazionale" e fare abbassare i prezzi.
venerdì 18 luglio 2008
Il Congresso americano e l’Iran
Roosevelt e Colui-Che-Non-Può-Essere-Nominato
giovedì 17 luglio 2008
McCain si rivolge agli ispanici
mercoledì 16 luglio 2008
I veterani per la continuazione dell'occupazione dell'Iraq
In risposta allo spot di MoveOn sul ritiro delle truppe USA dall'Iraq, un'altra ed opposta organizzazione politica indipendente fatta di veterani di guerra e chiamata Vets for Freedom produce la propria pubblicita' televisiva per sottolineare che il lavoro in Iraq "va finito, chiunque sia il prossimo presidente."
MoveOn sull'Iraq
L'organizzazione politica indipendente di sinistra MoveOn ha prodotto uno spot televisivo che chiede il ritiro delle truppe americane dall'Iraq.
Un secondo spot di Obama sul terrorismo
La politica estera di McCain
Cercare petrolio. Ovunque
Un cavallo di battaglia di McCain. Una soluzione al caro-petrolio che sembra al momento la piu' gradita all'opinione pubblica statunitense: trivellare il terreno patrio alla ricerca di petrolio, ovunque sia possibile. Anche offshore, in Alaska e in altre zone protette. E' la stessa posizione espressa qualche settimana fa dal presidente Bush.
martedì 15 luglio 2008
Un nuovo spot elettorale di Obama
La politica estera di Obama
Barack Obama ha presentato il proprio programma di politica estera in un discorso fatto mercoledi' al Ronald Reagan Building a Washington D.C. Obama ha parlato di Iraq, Afghanistan, Pakistan e Iran. Qui il testo del discorso.
Obama torna con eleganza sul tema della discriminazione razziale in America
Dopo il famoso discorso di Philadelphia, Barack Obama torna a parlare di razza, discriminazione e giustizia sociale a Cincinnati, nella giornata di apertura del congresso nazionale della NAACP (National Association for the Advancement of Colored People.) Qui il testo integrale del discorso e qui un comento interessante di Joan Walsh su Salon.
lunedì 14 luglio 2008
McCain, Obama e il voto dei latinos
L'elettorato ispanico potrebbe risultare decisivo in stati chiave come la Florida. E sin dalla campagna per le primarie, Obama e McCain stanno corteggiando i "latinos" con spot mirati e dichiarazioni su temi come l'immigrazione, molto cara agli americani di fresca cittadinanza. In questo video, Jeff Greenfield della CBS fa il punto della situazione.
venerdì 11 luglio 2008
L'Estate dell'Amore
In uno spot presentato martedi' dalla campagna di John McCain e che verra' trasmesso in tutto il paese, il Senatore dell'Arizona cerca di delineare le differenze con Barack Obama puntando sulla propria carriera militare e il servizio reso agli Stati Uniti durante la guerra del Vietnam. Durante l'estate del 1967, mentre in America i giovani protestavano e inneggiavano al libero amore (recita lo spot, dall'altra parte del mondo McCain dava prova di un altro tipo d'amore; quello per la patria.
Da notare che la frase che chiude lo spot, “Don’t hope for a better life; vote for one”, e' ripresa da una pubblicita' che fu creata durante una campagna elettorale per il Partito Conservatore inglese di Margareth Tatcher alla fine degli anni settanta.
I figli del Signore
John McCain lancia un nuovo spot televisivo (che sara' trasmesso in Colorado, Nevada e New Mexico) in cui si fa' appello agli elettori ispanici. Nella pubblicita', McCain sottolinea come siano stati tanti i Latinos che hanno partecipato, da soldati, alle avventure/disavventure belliche dell'esercito americano, dal Vietnam (lo spot apre con immagini del monumento ai caduti in Vietnam di Washington DC), all'Afghanistan all Iraq.
La strategia di Obama
Alfred Landon, Michael Dukakis e Walter Veltroni
Landon ottene un certo successo in novembre: il partito raccolse 16,7 milioni di voti contro i 15,8 di Herbert Hoover nel 1932: quasi un milione di voti in più. Peccato che Roosevelt, lo stesso giorno, ottenesse undici milioni di voti più di Landon, portando il distacco a 24 punti percentuali (60,9% contro 36,6%).
Landon, come i candidati successivi nel 1940 (Wendell Willkie) e nel 1944 (Thomas Dewey) era un’esponente di quella sfortunata generazione di candidati repubblicani che, di fronte alla popolarità e alla completa egemonia intellettuale del New Deal, non potevano trovare di meglio della politica del “Me, too”. Elezione dopo elezione dicevano ai cittadini “anche noi, anche noi” siamo capaci di gestire l’economia, far uscire il paese dalla Depressione, vincere la guerra. Purtroppo, gli americani continuarono a preferire l’originale alla copia per ben 20 anni, fino al 1952, quando la guerra di Corea e la popolarità del generale Eisenhower non fecero tornare alla Casa Bianca un repubblicano.
Il contrappasso dei democratici è stato più breve ma non meno duro per il partito: dopo l’elezione di Ronald Reagan nel 1980, per 12 anni i democratici scelsero dei candidati “Me, too”. Anche loro sarebbero stati capaci di ridurre le tasse, aumentare le spese militari, tagliare i servizi sociali: lo avrebbero fatto però in modo diverso, più compassionevole ed efficace dei repubblicani. Così Walter Mondale nel 1984 e Michael Dukakis nel 1988 cercarono di contrastare la popolarità di Reagan e la completa egemonia intellettuale del conservatorismo dialogando con i repubblicani e proponendo le loro versioni della riduzione delle tasse o del riarmo. Come prevedibile, gli americani continuarono a preferire l’originale alla copia.
Queste fasi storiche di debolezza dei due partiti americani hanno un’origine comune e ben identificata: il discredito in cui a volte cadono le idee di un partito a causa di eventi contingenti, come il crack di Wall Street nel 1929, o la stagflazione degli anni Settanta. Se a questo si aggiunge la popolarità personale del leader avversario, è comprensibile che i partiti di opposizione siano tentati di proporsi come pallida imitazione del partito di governo: una versione “Me, too” di chi gode la fiducia degli elettori.
I casi di Landon, Willkie, Dewey, Mondale e Dukakis dimostrano però che si tratta di scelte perdenti e questo non per motivi effimeri, o tattici, o di personalità: una legge bronzea della politica moderna sembra essere questa: “E’ sbagliato rinunciare a combattere l’egemonia intellettuale dell’avversario, anche quando questa sembra allo zenit”. Non esistono idee, o leader, che non si logorano nel tempo e gli elettori vogliono dall’opposizione A Choice, Not an Echo, titolo di un influente pamphlet di Phillys Schafly, che nel 1960 aveva capito questo principio meglio di quanto non accada oggi a molti politici italiani. La candidatura di Goldwater del 1964 fu la premessa della vittoria di Richard Nixon nel 1968 e del trionfo di Ronald Reagan nel 1980. O, come dice un simpatico politologo italiano prestato alla politica attiva, “Meglio perdere che perdersi”.
mercoledì 9 luglio 2008
Dichiarazioni incoerenti di Obama sull'Irak
Aumentano sul Web gli attacchi repubblicani a Obama. In questo video vengono messe alla berlina alcune sue contrastanti dichiarazioni sulle strategie da adottare in Irak.
lunedì 7 luglio 2008
Obama onnipresente
Durante la campagna per le primarie, Barack Obama ha spesso esibito un sigillo presidenziale modificato, attirando le critiche di molti puristi. La campagna di McCain, prendendo spunto da questo episodio, ha realizzato un video dove ritrae Obama come un patito della propria immagine, disposto a sostituire tradizionali simboli d'America con il proprio volto.
venerdì 4 luglio 2008
McCain deraglia a destra
Intercettazioni: Bush con Di Pietro, Berlusconi con i bloggers duri e puri?
La domanda è perfettamente legittima ma i paragoni sono ingannevoli. E’ vero, la sinistra americana è totalmente contraria alle intercettazioni telefoniche che violano il IV emendamento della Costituzione americana che garantisce la segretezza della corrispondenza e il divieto di perquisizioni arbitrarie, tanto più con un’amministrazione Bush che calpesta il Bill of Rights ogni giorno (su YouTube, il video del generale Michael Hayden, direttore dell’onnipotente National Security Agency che fallisce il test di educazione civica).Ma in quale contesto politico-culturale questo avviene? Presidenti, ministri, giudici della Corte Suprema non sono affatto al di sopra della legge, né godono di alcuna particolare immunità. Come si è detto nella newsletter del 20 giugno, Bill Clinton fu oggetto per anni di un’indagine condotta da un supermagistrato (Independent Counsel) e fu processato dal Senato con l’obiettivo di rimuoverlo dalla carica attraverso la procedura dell’impeachment. Il tentativo fallì soltanto perché una maggioranza relativa di senatori riconobbe che questo istituto è utilizzabile solo in caso di violazione dei doveri della carica, non per misfatti privati, per i quali Clinton fu indagato dalle locali “toghe rosse” e costretto a patteggiare per evitare una condanna dopo la fine del suo mandato.Senatori e deputati vengono non solo intercettati ma tranquillamente arrestati senza che un normale poliziotto debba chiedere l’autorizzazione a nessuno. Il senatore repubblicano Larry Craig, nel 2007, fu arrestato all’aereoporto di Minneapolis per atti osceni e rilasciato solo dopo un’ammissione di colpevolezza. Quando la cosa si è risaputa, il suo partito non ha chiesto il trasferimento in Alaska dell’incauto agente, né varato un decreto legge per istituire l’immunità parlamentare: ha invece costretto alle dimissioni l’incauto senatore. Le intercettazioni a danno del governatore di New York Eliot Spitzer hanno condotto alle sue immediate dimissioni e alla fine della sua carriera politica.Per riassumere: quando gli standard etici della vita pubblica sono rigorosi e chi li trasgredisce viene allontanato dalla politica, non c’è bisogno di intercettazioni a migliaia. Difendere i cittadini dalle invasioni del “grande orecchio” governativo è quindi una posizione coerentemente liberale, sulla quale i bloggers non vogliono cedimenti.E in Italia? La nostra situazione è precisamente l’opposto: il livello etico della vita pubblica è rivelato dalle telefonate Berlusconi-Saccà, che nella nuova puntata annunciata per venerdì 4 luglio si allargheranno ad altri nani e ballerine in teneri colloqui con il grande capo. Telefonate che dimostrano non soltanto il livello morale dei protagonisti ma soprattutto il concreto tentativo di rovesciare il risultato elettorale del 2006 distribuendo favori, in denaro o in natura, ai senatori del centrosinistra che si fossero prestati al mercimonio. In altre parole, abbiamo sotto gli occhi ben più di un traffico di soubrette: si tratta di un Watergate all’italiana, con il tentativo di comprare voti in parlamento per far cadere il governo Prodi.In questo contesto di corruzione e abuso di potere, con i pretoriani del grande capo che strillano come aquile per coprire le malefatte, la pubblicazione delle intercettazioni diventa l’unico strumento di controllo dell’opinione pubblica su quanto avviene nei palazzi del governo. Tanto più in una situazione dove una maggioranza bulgara vota ogni giorno per mettersi sotto i piedi un pezzo di Costituzione. La cultura poliziesca del controllo a 360° non può piacere a nessun uomo di sinistra. Ancora meno, tuttavia, ci può piacere il trionfo dell’illegalità, del voto di scambio, delle leggi ad personam. Negli Stati Uniti, le amichette dei politici di solito cambiano città, e magari anche nome: è solo nelle repubbliche delle banane che diventano ministri.
mercoledì 2 luglio 2008
Wesley Clark attacca McCain
Il generale Wesley Clark è uno dei possibili candidati democratici alla vicepresidenza. Il suo indiscutibile background militare (e la pelle bianca), ne farebbero un ottimo contrappeso alle caratteristiche "forti" di McCain. Il solo lato negativo: essere di Chicago come Obama, perchè sarebbe preferibile un candidato del sud. In questo video il generale in pensione attacca McCain su argomenti di sicurezza nazionale. E proprio l'attivismo mediatico degli ultimi giorni fa ben sperare i suoi sostenitori in vista della scelta su chi affiancherà Obama nella corsa verso la Casa Bianca.
martedì 1 luglio 2008
Obama "Dottor No"
In questo video, prodotto dalla campagna di McCain, Barack Obama appare come un "Dottor No" su varie questioni di politica energetica.