Saint Paul, MN – Per tanti americani l’elezione di un Presidente è una questione simile alla relazione con il vicino di casa, o quella con il proprio agente di viaggio. Secondo Judy Hodge da Dallas, Texas, ad esempio, andare a votare a novembre sarà un po’ come pagare per farsi organizzare una vacanza. "Quando vai da un agente di viaggio e gli chiedi che ti organizzi una crociera, ti aspetti che ti metta su un aereo che ti porti puntuale al punto di imbarco. E poi vuoi una bella nave su cui avrai un'ampia scelta di attività, dalla palestra, alla piscina ai massaggi, e su cui lo staff si prenda cura di te." In sostanza, la Presidenza degli Stati Uniti è un affare personale tra il Comandante in Capo e il cittadino americano, che, di conseguenza, ha diritto a un accesso illimitato ai retroscena privati della vita di un candidato.Judy Hodge, una signora cinquantottenne, è andata alla convention repubblicana nel ruolo di accompagnatrice della suocera ottantunenne, Pauline Hodge. Judy si dichiara indecisa, anche se confessa di aver votato per Bush sia nel 2000 che nel 2004, mentre Pauline ha finito per accettare la nomination di McCain, ma è stata a lungo una sostenitrice di Rudy Giuliani. "Mia suocera è pazza per Rudy," mi ha raccontato Judy. "Nel 2004, alla convention di New York, Rudy era stato carinissimo. Aveva incontrato mia sucera nel corridoio del palasport, l'aveva salutata e le aveva baciato la mano. Quest’anno l'abbiamo rivisto e lui l'ha riconosciuta."L'importanza attribuita all'episodio dice tanto della filosofia politica di Judy Hodge. Tutto è visto attraverso la lente dell'esperienza personale, del rapporto diretto: "Io guardo alla persona, voglio farmi un'idea di chi sono questi candidati. Non sono interessata ai grandi programmi politici. Quella è tutta retorica da campagna elettorale".Le piacciono i Bush, George e Laura, perchè li conosce personalmente. Laura ha frequentato la sua stessa università anche se era un paio di anni più vecchia e al tempo in cui era solo una bibliotecaria, "l'avresti dovuta vedere: una donna perfetta, piena di grazia e gentilezza", ricorda Judy. Secondo lei, George e Laura "hanno davvero fatto del loro meglio e amano questo paese che più non si potrebbe." Ma le piacevano anche i Kennedy, in particolare Jaquie, “con quella classe e eleganza”. Hodge confessa naturalmente una passione per Cindy McCain, "una delle migliori donne mai incontrate, con la storia dell'adozione della bambina dal Bangladesh." E apprezza gli Obama come famiglia. "È un peccato che la campagna di Obama abbia ricostruito l'immagine di Michelle così che apparisse più composta. A me piaceva anche prima. E cosa c'è di male nell'essere spontanei?" pensa Judy. Di Barack le piace come si comporta con le sue bambine e con la moglie: "A vederlo in quel tipo di contesto sembra proprio una persona dolce e compassionevole."Judy Hodge è una donna che ha lavorato tutta la vita, in posizioni di responsabilità in compagnie di assicurazioni e di servizi finanziari. Ha una grande ammirazione per le donne forti, inclusa Hillary Clinton. Nonostante le convinzioni quasi femministe sul diritto della donna all’aborto -- "Il corpo di una donna è di sua proprietà e lei dovrebbe essere libera di prendere le decisioni che più ritiene opportune. A me non piace la destra religiosa, " mi ha detto Judy – Hodge è entusiasta della scelta di Sarah Palin come candidata repubblicana alla Vice-Presidenza; le piace la famiglia Palin e l’idea di una donna che lavora e ha cinque figli – con un nipote già in arrivo.Di famiglia democratica ma sposata ad un ultra-conservatore, Judy Hodge mostra una filosofia politica che è un vero misto di idee liberal e conservatrici e giura che non prenderà una decisione fino al momento in cui si recherà ai seggi il 4 novembre. E questo fa di lei una merce preziosa per le campagne di Obama e McCain, che nei prossimi due mesi inseguiranno senza sosta il voto degli indecisi.Dei quattro membri dei due ticket presidenziali, con la sola eccezione di Joe Biden, Obama, McCain e Palin hanno biografie non-convenzionali che possono accattivare l’immaginazione di elettori quali Judy Hodge, travalicando i confini delle proposte politiche e quindi dei partiti. Non a caso, sia McCain che Obama hanno costruito le proprie campagne elettorali sulle proprie storie personali, dal veterano del Vietnam e prigioniero di guerra al figlio di sangue misto di una giovane donna sola e lavoratrice.Sarah Palin ha un vantaggio però: la sua storia, pur essendo atipica per un politico di livello nazionale, è incredibilmente comune in America, perlomeno fino al punto in cui Palin è stata eletta Governatore dell’Alaska. In fondo, Sarah, come la chiamano tutti i sostenitori, non è altro che una casalinga dai molti figli che ha cominciato una carriera politica diventando attiva nella associazione genitori-insegnanti nella minuscola Wasilla.Mentre c’è solo un numero relativamente limitato di prigionieri di guerra e forse ancor meno sono i figli di una hippy del Kansas e di un Kenyota trasmigrati alle Hawaii, sono milioni quelli che si riconoscono nella biografia di Palin e vedono in lei l’emblema della realizzazione dei propri sogni. "Per me è davvero un'ispirazione vedere come Sarah è riuscita a avere successo in così breve tempo, soprattutto considerato il fatto che viene da origini molto umili. È un esempio di come in America chiunque ce la può fare", mi ha detto a Minneapolis Sheryl Holland, un delegata e casalinga, vedova di un marito morto da soldato in Iraq.Gli americani si riconoscono in Palin, la sua presenza nella campagna elettorale sta monopolizzando il discorso politico della nazione, e la gente si sottopone pazientemente a code eterne per vederla parlare a un raduno. E lei usa senza remore ogni dettaglio della propria vita privata per entusiasmare le folle, dal figlio che è partito giovedì per l’Iraq, alla figlia diciasettenne in cinta, al marito pescatore, alla sorella che ha aperto di recente una pompa di benzina.Sta a questo punto ai democratici ritrovare il senso della propria proposta politica, riportare l’attenzione degli elettori sulla crisi economica, il prezzo del petrolio, il crollo del mercato immobiliare, la sanità, la guerra in Iraq; sperando che gli americani rispondano.
Valentina Pasquali